sabato 24 novembre 2007

"Divagazione nel Sociale"

Ed ora debbo assolutamente fare un inciso che riguarda l’atmosfera di allegria che, per me, emana il Messico, nonostante la povertà di una grande parte della sua popolazione. Come ho già detto ci sono stata due volte, ci tornerei anche subito e non solo per le bellezze artistiche di cui è ricco. Sono stata anche in Perù e l’ho visitato molto bene, forse meglio del Messico; infatti non ero in un gruppo organizzato ma in un piccolo gruppo di amici e l’organizzazione ce la facemmo da soli: per me, il massimo! Il Perù è altrettanto ricco di cultura - straricco - ma l’atmosfera è più triste, si percepisce anche nell’aria. Il confronto mi viene nel: “non dimenticherò mai l’effetto che mi fece il centro di Lima (la capitale)”. A Lima non piove mai, quindi è veramente grigia e tutta “polverosa” e anche questo, a lungo andare, ha la sua importanza. Ma il terribile contrasto tra la povera gente che vende sui marciapiedi anche quello che non esiste e, di fronte (siamo nelle Americhe), i negozi pieni di tutto… quello che loro non si potranno mai permettere! Due mondi che si fronteggiano su uno stesso marciapiede, uno destinato a non vincere mai (in questo mondo, speriamo nell’altro!) e a sopportare la vista offensiva di quello che gli sta davanti. E che tristezza, il quartiere “bene” di Miraflores: bellissimo, sul mare con il cielo azzurro e…. tutto piantonato dalle forze private armate di manganello, che controllano a vista tutto, e noi, seduti a un bar moderno - bello e pulitissimo - a mangiare gli stuzzichini davanti a un aperitivo: sembrava di essere a Milano Marittima! Anche lì c’erano i venditori “poveracci”, ma erano tutti puliti, vestiti decentemente, le donne truccate con misura; se appena tu non eri interessato e loro non se ne andavano subito, ecco il vigilante che piombava a scacciarli. Il Perù è straordinario, vi ho visto delle bellissime cose ma l’impressione avuta nel centro di Lima mi fece dire che mai più sarei tornata in un posto con tanta povertà e tanto contrasto… è il contrasto che mi disturbò moltissimo, oppure, più semplicemente - ahimé - lo sbattere duramente contro la realtà terribile della vita! Mi viene da pensare al nostro S. Francesco e a Buddha che, davanti a una presa di coscienza così importante, cambiarono vita… io, invece, che si vede che sono fatta di tutt’altra pasta, sono tornata in molte altre nazioni dove esiste tanta povertà, ma comunque il contrasto che ho notato lì non mi è mai più apparso così grave!
Altra considerazione che, a posteriori, faccio, è che io reggevo bene il confronto con tale realtà perché, comunque, sarei tornata a casa in Italia, a Bologna, dove l’atmosfera era diversa; mai più pensavo che invece, a forza di darci, me la sarei portata dietro!